Lo sport è sempre stato un aspetto fondamentale della mia vita sin dall’età di 8 anni, in cui ho cominciato a giocare a calcio, momento in cui mi sono reso conto di come la mia mente fosse più abile del mio corpo, era in grado infatti di capire cosa dovessi fare per ottenere la migliore performance.
Ma nonostante la mia testa sapesse cosa fare, le mie gambe e i miei piedi non riuscivano a trasformare le mie idee in azioni concrete.
Sarà per questo che sin dai primi anni dell’università ho voluto da subito applicare i concetti della psicologia all’ambito sportivo, cosa che mi ha portato in breve tempo a operare in contesti sportivi di altissimo livello con atleti e squadre di diverse discipline sportive.
Il termine coaching significa letteralmente allenamento, per cui l'obiettivo è allenare l'atleta, l'allenatore o la squadra a diventare consapevoli delle proprie possibilità e riuscire a esprimere appieno il loro potenziale.
A mio avviso il miglior modo per riuscirci è quello di utilizzare esclusivamente procedure scientifiche che abbiano dimostrato la propria efficacia.
Per questo motivo mi avvalgo di procedure basate sull’EMDR per la rimozione delle memorie traumatiche che possono bloccare l'atleta o della Mindfulness per migliorare la concentrazione e la gestione degli
stati emotivi.
O ancora tecniche di PNL o basate sul modello transteoretico del cambiamento di Prochaska e Di Clemente se fosse necessario agire su dinamiche motivazionali.
Al fianco di queste procedure più classiche, utilizzo dispositivi come realtà virtuale e biofeedback con lo scopo accelerare i processi di sviluppo del potenziale.
La realtà virtuale è uno strumento tecnologico che consente di ricreare scenari virtuali realistici di diverse situazioni, comprese quelle di tipo sportivo.
Attraverso ciò è possibile esporre l’atleta in scenari simili alla gara per allenare la sua abilità di gestire l’ansia da prestazione ed allenare la presa di decisione.
Il nucleo centrale del mio lavoro in ambito sportivo è basato sulla capacità di utilizzo dei dati al fine di migliorare la performance individuale o di gruppo.
Da 5 anni lavoro ad un protocollo di mia ideazione, lo SPORT POTENTIAL ASSESSMENT, che si pone l’obiettivo di misurare in maniera oggettiva le potenzialità mentali dell’atleta, delle dinamiche di gruppo e di utilizzare i dati per prevenire gli infortuni di natura muscolare causati dall’eccessivo stress.
In questo caso parliamo della misura di parametri come variabilità cardiaca, conduttanza cutanea, elettromiografia ed altri che vengono poi correlati con indici fisiologici, metabolici ed atletici.
Dott. Marco Borgese - Iscritto nella sezione A dell'Albo degli Psicologi con il N.21875 - P.I: 13795601007
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