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Ansia e attacchi di panico: le risposte alle 35 domande più frequenti

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Hai mai cercato su google delle risposte a delle domande che ti sei posto sull’ansia e gli attacchi di panico? Io l’ho fatto e non sempre ho trovato le risposte che cercavo. Per questo oggi rispondo alle 35 domande più frequenti sull’ansia e gli attacchi di panico, in modo chiaro e preciso.

PRIMA SEZIONE: domande generali sull’ansia

1) Cos’è l’ansia?

L’ansia è una risposta naturale del corpo a situazioni percepite come minacciose o pericolose. È una funzione evolutiva che ci aiuta a sopravvivere: attiva il sistema nervoso simpatico, preparando il corpo alla 'lotta o fuga'. Per esempio, il battito cardiaco accelera per pompare sangue ai muscoli, la respirazione diventa rapida per ossigenare il corpo e i muscoli si irrigidiscono per essere pronti all’azione. Tuttavia, quando questa reazione si verifica senza un pericolo reale o si manifesta in modo sproporzionato, può diventare disfunzionale. In questi casi, potremmo parlare di un disturbo d’ansia.

2) Come si distingue l’ansia dalla paura o dallo stress?

La paura è una risposta immediata a un pericolo concreto, come una macchina che ti sta per investire. È una reazione rapida e specifica. Lo stress, invece, è una risposta fisiologica e psicologica a delle richieste di cambiamento a cui siamo sottoposti, come una scadenza o un esame. Può essere positivo se ci aiuta a raggiungere un obiettivo, ma diventa negativo se è cronico.
L’ansia, invece, ha spesso una funzione anticipatoria: è la preoccupazione per qualcosa che potrebbe accadere, anche se non c’è un pericolo immediato. È quella voce che ti dice: 'E se succede qualcosa di brutto?'. Questa differenza è cruciale per comprendere come affrontarla.

3) Perché l’ansia è considerata una reazione normale del corpo?

L’ansia è il nostro sistema di allarme interno, progettato per proteggerci e per stimolarci a mobilitare più risorse ed energie possibili. Questo è stato cruciale per i nostri antenati: li aiutava a sfuggire ai predatori o a reagire a pericoli immediati. Oggi, però, il nostro cervello può attivare questo sistema anche in situazioni non pericolose, come un colloquio di lavoro o un esame. Questo è il motivo per cui l’ansia può diventare un problema nella vita moderna, perché mobilita soprattutto risposte di tipo fisico quando in realtà molte delle nostre problematiche sono di tipo relazione e non materiale.

4) Quali sono i sintomi dell’ansia?

L’ansia si manifesta in modi diversi, ma i sintomi possono essere raggruppati in tre categorie. Sintomi fisici tra cui tachicardia, sudorazione, tensione muscolare, respiro corto, disturbi gastrointestinali. Sintomi cognitivi tra cui pensieri negativi, difficoltà di concentrazione, vuoti di memoria e infine sintomi emotivi come irritabilità, paura costante, senso di imminente catastrofe.
Riconoscere questi sintomi è fondamentale per capire quando l’ansia sta interferendo con la nostra vita e necessita di un intervento.

5) Come riconosco se sto vivendo ansia 'normale' o patologica?

L’ansia normale è temporanea e proporzionata a una situazione, come essere nervosi prima di un discorso pubblico. Una volta passato l’evento, l’ansia diminuisce.
L’ansia patologica, invece, è persistente, sproporzionata rispetto alla situazione e interferisce con la vita quotidiana. Se senti che l’ansia ti limita nelle attività quotidiane, come andare al lavoro o uscire con gli amici, potrebbe essere utile consultare uno specialista.

6) I sintomi fisici più comuni dell’ansia sono pericolosi?

No, non sono pericolosi di per sé, ma possono essere molto spiacevoli. Questi sintomi sono una risposta del corpo allo stress e possono essere debilitanti se si verificano spesso, ma non causano danni a lungo termine se trattati.

7) Cosa causa l’ansia?

L’ansia può avere molte cause, che spesso si combinano. Ci sono fattori biologici, come una predisposizione genetica; fattori psicologici, come traumi o pensieri negativi e fattori ambientali, come uno stile di vita stressante o un contesto familiare difficile. È importante comprendere queste cause per affrontare l’ansia in modo efficace.

8) L’ansia è ereditaria?

Sì, c’è una componente genetica nell’ansia. Se in famiglia ci sono casi di ansia o disturbi correlati, è più probabile che tu possa svilupparla. Tuttavia, la genetica non è una condanna: l’ambiente e le esperienze di vita giocano un ruolo altrettanto importante.

9) Qual è il ruolo del temperamento e del contesto ambientale?

Il temperamento è la base innata della nostra personalità e può predisporci all’ansia. Per esempio, un temperamento ansioso o iper-reattivo aumenta il rischio. Anche il contesto ambientale ha un grande impatto: crescere in un ambiente iperprotettivo o percepito come pericoloso può rafforzare questa predisposizione.

10) Alimentazione, stile di vita e stress influiscono sull’ansia?

Assolutamente sì. Una dieta povera di nutrienti essenziali come magnesio, vitamine del gruppo B e Omega-3 può peggiorare i sintomi. La mancanza di sonno, l’eccesso di caffeina e uno stile di vita sedentario sono altri fattori che aumentano il rischio. Al contrario, una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e tecniche di rilassamento possono ridurre significativamente i sintomi dell’ansia.

Sezione 2: Domande sulla Gestione dell’Ansia

11) Come posso gestire l’ansia quotidiana?

Gestire l’ansia quotidiana richiede un approccio multidimensionale. Alcune strategie pratiche includono tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica. Una routine quotidiana in cui stabilire orari regolari per dormire, mangiare e fare esercizio fisico in quanto la stabilità aiuta a ridurre lo stress.
Inoltre è utile anche prevedere dell'attività fisica in quanto anche solo una passeggiata di 30 minuti può ridurre i livelli di ansia.

12) Quali sono le tecniche migliori per calmare l’ansia?

Ci sono molte tecniche efficaci per calmare l’ansia. Tra cui la respirazione diaframmatica, grounding, meditazione. Ogni persona è diversa, quindi sperimenta queste tecniche e trova quella che funziona meglio per te.

13) Come posso smettere di rimuginare su pensieri negativi?

Il rimuginio è uno dei meccanismi più comuni dell’ansia, ma ci sono modi per interromperlo. Spostare l’attenzione su un’attività concreta, come scrivere, dipingere o fare esercizio fisico.
Chiedersi: "Cosa direi a un amico che ha questi pensieri?Accettare i pensieri senza giudicarli, come se fossero nuvole che passano nel cielo. L’obiettivo non è eliminarli, ma ridurne il potere su di te.

14) Esistono integratori o rimedi naturali utili per l’ansia?

Sì, alcuni integratori possono essere utili per ridurre l’ansia. Per esempio il magnesio supporta il sistema nervoso e aiuta a rilassare i muscoli. La L-teanina è invece aminoacido presente nel tè verde che calma senza indurre sonnolenza. Infine anche l'ashwagandha aiuta il corpo a rispondere meglio allo stress.
Tuttavia, è importante sottolineare che gli integratori non sono una cura e non sostituiscono la terapia. Consultare un medico prima di iniziarli è sempre fondamentale.

15) È sicuro usare integratori senza consultare un medico?

No, non è consigliabile. Anche gli integratori possono avere effetti collaterali o interazioni con farmaci. Per esempio, alcune persone potrebbero avere reazioni avverse alla valeriana o all’ashwagandha, oppure gli integratori potrebbero interferire con terapie farmacologiche in corso. Per questo è sempre meglio consultare un medico o un farmacista prima di iniziarli."

16) Come posso ridurre gli attacchi di panico?

Ridurre gli attacchi di panico richiede pratica e consapevolezza. Riconosci i segnali precoci come tachicardia, sudorazione e respiro corto. Usare la respirazione diaframmatica per rallentare il ritmo cardiaco e concentrarsi su ciò che puoi vedere, toccare o sentire per interrompere il ciclo di pensieri ansiosi.
Sapere cosa fare e avere un piano di gestione riduce il senso di impotenza durante un attacco.

17) Come riconosco che sta per arrivare un attacco di panico?

I sintomi più comuni includono: tachicardia improvvisa, difficoltà a respirare o senso di oppressione al petto. Sensazione di 'perdita di controllo.
Riconoscere questi segnali ti permette di intervenire rapidamente con tecniche di rilassamento o grounding.

18) Quali cambiamenti nello stile di vita aiutano contro l’ansia?

Piccoli cambiamenti quotidiani possono avere un grande impatto sull’ansia per esempio riduci la caffeina e consuma più alimenti ricchi di magnesio, Omega-3 e vitamine del gruppo B. Fai esercizio fisico, anche 30 minuti di attività moderata al giorno possono ridurre i livelli di cortisolo e aumentare la produzione di endorfine. Inoltre dormire bene è fondamentale per ridurre l’ansia. Cerca di mantenere orari regolari e di evitare schermi luminosi prima di dormire.

Sezione 3: Domande su Terapie e Trattamenti

19) Qual è il trattamento migliore per l’ansia?

Non esiste un trattamento unico che funzioni per tutti, ma ci sono opzioni molto efficaci. Il trattamento più indicato dipende dalla gravità dell’ansia, dalla sua causa e dalle preferenze personali. La psicoterapia è considerata l’intervento più efficace. Aiuta a identificare e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali che alimentano l’ansia. Nei casi più severi farmaci come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono spesso prescritti per l’ansia cronica, mentre le benzodiazepine possono essere utili per attacchi di panico acuti, ma devono essere usate con cautela.

20) Psicoterapia o farmaci: qual è la scelta giusta?

Dipende dalla situazione. Se l’ansia è lieve o moderata, la psicoterapia da sola può essere sufficiente. Se l’ansia è grave e interferisce significativamente con la vita quotidiana, i farmaci possono aiutare a ridurre i sintomi abbastanza da permettere alla terapia di essere più efficace.
Ricorda che i farmaci non risolvono il problema alla radice: servono come supporto temporaneo, mentre la psicoterapia lavora sulle cause profonde dell’ansia.

20) Quanto tempo ci vuole per vedere miglioramenti con la terapia?

La tempistica varia da persona a persona e dipende dall’approccio terapeutico. Molte persone vedono miglioramenti significativi in 8-12 sessioni. Terapie più lunghe, come la psicoanalisi, possono richiedere mesi o anni. Terapie focalizzate, come l’EMDR per traumi legati all’ansia, possono dare risultati in poche sedute.
L’importante è essere costanti e aperti al processo. Anche piccoli miglioramenti sono segnali positivi che il percorso sta funzionando.

21) Come funzionano i farmaci per l’ansia?

I farmaci per l’ansia agiscono su neurotrasmettitori come la serotonina, il GABA e la noradrenalina per regolare le risposte del sistema nervoso. Gli SSRI regolano i livelli di serotonina, migliorando l’umore e riducendo l’ansia a lungo termine. Le benzodiazepine forniscono sollievo rapido riducendo l’attività del sistema nervoso, ma possono causare dipendenza se usate troppo a lungo.
È essenziale seguire le indicazioni del medico per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.

22) La psicoterapia funziona davvero?

Sì, la psicoterapia funziona e ha una solida base scientifica. Trovare il terapeuta giusto e l’approccio adatto alle proprie esigenze è fondamentale per il successo del trattamento.

23) È possibile superare l’ansia senza terapia?

Dipende dalla gravità dell’ansia. Per ansia lieve o moderata, buone abitudini come una dieta equilibrata, esercizio fisico, tecniche di rilassamento e supporto sociale possono essere sufficienti. Per ansia grave o cronica, la terapia è spesso necessaria per lavorare sulle cause profonde e sviluppare strategie di gestione a lungo termine.
Anche se l’ansia può essere gestita senza terapia, avere il supporto di un professionista rende il percorso più rapido ed efficace.

Sezione 4: Domande Specifiche

24) L’ansia può causare problemi fisici a lungo termine?

Sì, se l’ansia è cronica e non trattata, può contribuire allo sviluppo di problemi fisici. L’attivazione costante del sistema nervoso simpatico aumenta i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, che può avere effetti negativi su vari sistemi del corpo. Lo stress cronico può indebolire il sistema immunitario, rendendoti più suscettibile alle infezioni. Tuttavia, con una gestione efficace, questi effetti possono essere prevenuti o ridotti.

25) Tachicardia o tensione muscolare possono danneggiare il cuore o altri organi?

Di solito no, ma è importante distinguere tra sintomi legati all’ansia e problemi medici sottostanti. La tachicardia e la tensione muscolare causate dall’ansia non danneggiano direttamente il cuore o altri organi, ma possono diventare problematiche se ti portano a evitare attività o se peggiorano altre condizioni preesistenti. Per esempio, un battito cardiaco accelerato causato da un attacco di panico non è pericoloso, ma potrebbe essere stressante per chi lo vive. Se hai dubbi, è sempre utile fare un controllo medico per escludere cause fisiche.

26) Come distinguere sintomi d’ansia da problemi medici reali?

Distinguere i sintomi dell’ansia da problemi medici reali può essere complicato, perché i sintomi fisici dell’ansia, come tachicardia, sudorazione o vertigini, sono simili a quelli di alcune condizioni mediche, come problemi cardiaci o tiroidei. Consulta un medico per escludere problemi fisici. Un elettrocardiogramma o un esame del sangue possono aiutare a identificare eventuali cause organiche. Nota comunque che quando si verificano i sintomi spesso si manifestano in situazioni specifiche o in risposta a pensieri stressanti, mentre un problema fisico può essere più costante.
Inoltre le tecniche di rilassamento spesso riducono i sintomi dell’ansia, ma non alleviano quelli causati da problemi fisici.

27) Ansia e lavoro: come posso gestirla?

Gestire l’ansia sul lavoro richiede strategie pratiche e un buon equilibrio tra vita personale e professionale. Risulta importante dunque organizzare le tue attività con una lista di priorità per evitare di sentirti sopraffatto.
Prevedere una pausa di 5-10 minuti a tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, durante la giornata lavorativa e se possibile, parla con il tuo responsabile o con i colleghi di eventuali difficoltà. Spesso, una maggiore comprensione porta a un ambiente lavorativo più favorevole.


28) È normale sentirsi sempre 'sotto pressione' al lavoro?

Sentirsi sotto pressione occasionalmente è normale, soprattutto in periodi di scadenze o progetti impegnativi. Tuttavia, se questa sensazione diventa costante e interferisce con il tuo benessere, è un segnale che qualcosa deve cambiare.

29) Ansia sociale: come superarla?

L’ansia sociale può essere debilitante, ma ci sono modi per affrontarla. Esporsi gradualmente alle situazioni sociali temute aiuta a ridurre la paura. Per esempio, inizia con piccoli gruppi prima di affrontare eventi più grandi. Usa tecniche di rilassamento prima e durante le interazioni sociali per mantenere la calma e concentrati su ciò che puoi controllare, come il modo in cui interagisci, invece di preoccuparti di come gli altri ti percepiscono.


30) Come posso sentirmi meno a disagio nelle situazioni sociali?

Per sentirti meno a disagio nelle situazioni sociali, prova a prepararti in anticipo pensando a possibili argomenti di conversazione o scenari. Ricordati inoltre che gli altri sono più concentrati su se stessi che su di te.

31) Come posso smettere di preoccuparmi del giudizio degli altri?

Preoccuparsi del giudizio degli altri è normale, ma non deve condizionare le tue scelte. Alcuni suggerimenti prevedono di ricordarsi che ciò che conta è come ti senti rispetto alle tue azioni. Inoltre trattati con gentilezza e accettazione. Nessuno è perfetto, e va bene così.


Sezione 5: Domande di Speranza e Guarigione

32) È possibile guarire dall’ansia?

Sì, è possibile guarire o imparare a gestire l’ansia in modo che non interferisca più con la tua vita quotidiana. Tuttavia, è importante sapere che il percorso varia da persona a persona e dipende dalla gravità dell’ansia e dalle sue cause. Molti trovano sollievo attraverso la psicoterapia, i farmaci (se necessari) e cambiamenti nello stile di vita. Guarire dall’ansia non significa eliminarla completamente, ma imparare a riconoscerla, comprenderla e rispondere ad essa in modo più sano e consapevole.

33) Si può vivere senza ansia cronica?

Assolutamente sì. Con il giusto supporto e gli strumenti adeguati, molte persone riescono a ridurre significativamente l’impatto dell’ansia cronica.

34) Cosa significa 'gestire' l’ansia rispetto a eliminarla?

Gestire l’ansia significa accettarla come parte della vita, senza permetterle di controllarti.
Eliminare completamente l’ansia non è realistico, perché è una risposta naturale del corpo e, in alcune situazioni, è utile. Gestirla significa riconoscere i segnali dell’ansia, usare strategie pratiche per ridurne l’intensità e imparare a vivere la tua vita pienamente, anche in presenza di una lieve ansia.
Pensa alla gestione dell’ansia come a un’abilità che puoi affinare con il tempo.

35) L’ansia può tornare?

Sì, è possibile che l’ansia ritorni, soprattutto in periodi di forte stress o cambiamento. Tuttavia, questo non significa che sei tornato al punto di partenza.
Se hai già lavorato sull’ansia in passato, hai strumenti e conoscenze per affrontarla di nuovo. Le ricadute sono normali e fanno parte del processo di guarigione. La chiave è riconoscerle e intervenire tempestivamente.

In conclusione

Spero con queste risposte di averti offerto una panoramica completa sull’argomento. Vorrei che fosse passato il messaggio che anche se l’ansia può sembrare un ostacolo insormontabile, ma con le giuste strategie e il supporto adeguato, è possibile superarla e vivere una vita piena e appagante.


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Info sull'autore

Mi chiamo Marco Borgese e sono uno psicologo, PhD student presso l’Università degli Studi di Salerno, psicoterapeuta ad approccio strategico integrato e sono certificato come practitioner EMDR ed esperto in Mindfulness MBSR. Collaboro come mental coach con atleti di alto livello, troverai nel sito alcune testimonianze. Collaboro inoltre nell’atletica con la velocità delle Fiamme Gialle e la Vero Volley, mentre in passato ho collaborato con la Stella Azzurra Basketball. Sono docente presso il corso UEFA Pro dell’Università del Calcio di Coverciano, nel Master in Psicologia Digitale di Idego e nel Master Giunti in Psicologia dello Sport.

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